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Ultimo Aggiornamento: 21/09/2016 12:10
01/04/2007 23:06
Re: I soldati sono tutti uguali

Scritto da: CLVCIANUS 01/04/2007 21.13
[SM=g27974]
Tranne quelli di un tipo: SS. Decisamente diversi. Per un comandante tedesco, sapere di avere nel proprio settore un reparto delle SS infondeva una sorta di "sicurezza". Pur essendo ausiliari dell'esercito, erano spesso meglio equipaggiati dei reparti della Werhmacht e tenuti in gran conto dai comandi, essendo i pupilli del Reich e rispondendo solo aglio ordini diretti del Furher. Se sono un generale e ho con me degli SS, posso sperare in una maggior attenzione di Berlino ai miei problemi al fronte. Inoltre, essendo SS, erano (almeno alcuni, non dico tutti perchè non è corretto) fanatici combattenti votati all' obbedienza agli ordini di Hitler, che appunto si macchiarono di atti di incredibile barbarie verso civili o coraggio suicida in battaglia. Non più uomini, ma macchine per uccidere. E questo è in fondo ciò che serve alla guerra. Il soldato perfetto inizia dove finisce l'uomo. Non c'erano solo loro, cose simili le trovavi su ogni fronte e in ogni esercito. Ma le SS credo furono proprio create apposta per questo scopo.



non erano solo ausiliari le SS. le SS-Verfugungstruppe erano i migliori soldati di tutto l'esercito tedesco e combattevano in prima linea
02/04/2007 07:44
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Re:

Scritto da: $Blackfire$ 31/03/2007 22.03
oddio..come avevo fato notare prima gli italiani erano si dotati di grande coraggio ma se poi vai in guerra con armi da 2 lire il coraggio serve per una morte gloriosa...il punto e che gli italiani non volevano la guerra..la prima guerra la vinsimo perche era quasi una 4(o 5) guerra d'indipendenza perche si volevano liberare trieste e Trento..mentre nel caso della seconda dubito che nemmeno lo stesso mussolini avrebbe voluto la guerra ma fu constretto da hirtler e dal suo patto d'Acciaio..cosi Mussolini si ritrovo in guerra con uomini svogliati e male-armati...praticamente la guerra fu persa all'inizio.




No, ti prego, hai scritto "la prima guerra la VINSIMO"...... [SM=x506663]

E non sembra un errore di battitura........ [SM=x506648]

Accetto tutto, ma VINSIMO no [SM=x506696]

P.S. Lo so, sono andato fuori tema, ma Vinsimo mi fa rabbrividire..... [SM=g27981]
02/04/2007 10:11
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Re: Re: Re:

Scritto da: Pius Augustus 01/04/2007 15.31


io volgio dire solo quello che ho detto:i soldati italiani sono esattamente come tutti gli altri,ma erano armati peggio;a chi sosteneva che fossero migliori degli altri ho riportato un caso fra i tantissimi (tobruk,sidi el barrani,beda fomm,pantelleria,mogadishu ecc. ecc.) di rese di massa delle nostre truppe.Se hai tratto il mio disprezzo per soldati che erano mandati a morire semidisarmati per mussolini non hai capito il senso del messaggio.
Quanto alle resistenze eroiche potrei citarti ogni singola battaglia dei giapponesi,i tedeschi a stalingrado,i francesi a bir hakeim,gli inglesi a tobruk,gli americani a bastogne ecc.ecc.
non siamo stati i soli.



Si rileggendo il tuo post precedente ho capito che nn disprezzavi i soldati, però cmq nn rimango d'accordo sul fatto delle rese di masse e delle singole battaglie, che vanno giudicate per tutti i fattori che ho riportato prima.
Quanto ai russi a stalingrado:
1) combattevano per una loro città e nn nel deserto
2) dietro di loro c'erano altri soldati pronti a sparare a chi si rifiutava di avanzare
3) per quanto ne so, la città nn era accerchiata, ma da un lato i sovietici continuavano a far affluire uomini
4) il numero di soldati russi impiegati a stalingrado è sterminato

A bastogne, se i film nn hanno modificato la realtà, gli americano venivano riforniti via aria..
Cmq nn voglio dire che il valore degli italiani sia maggiore degli altri.

"Ci vuole la carne nelle salsicce, il fumo se ne esce!" (proverbio)
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Re: Re: Re: Re:
E cmq sulle rese di massa, se sono state solo italiane,allora vuol dire che gli italiani su una cosa sono meglio degli altri, l'intelligenza. Un uomo, un esercito, un popolo dovrebbe capire quando è sconfitto (frase presa dal Gladiatore, lo so).
Piuttosto che 200.000 morti per nulla e per qualcuno eroi, preferisco 200.000 vivi e per qualcuno codardi.

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Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: rhaymo 02/04/2007 10.24
E cmq sulle rese di massa, se sono state solo italiane,allora vuol dire che gli italiani su una cosa sono meglio degli altri, l'intelligenza. Un uomo, un esercito, un popolo dovrebbe capire quando è sconfitto (frase presa dal Gladiatore, lo so).
Piuttosto che 200.000 morti per nulla e per qualcuno eroi, preferisco 200.000 vivi e per qualcuno codardi.



dipende anche dalla situazione:se i russi si fossero arresi sarebbero morti o divenuti schiavi,noi al contrario ci siamo librati di un regime e di inutili colonie senza dover sostenere la decolonizzazione(anche se abbiamo perso parecchia autonomia politica).


« Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
George Orwell


"Credi tu, gli chiesi, che io abbia ragione o torto?
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E allora perchè dovrei fuggire?"
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Re: Re:

Scritto da: pix87 02/04/2007 7.44



No, ti prego, hai scritto "la prima guerra la VINSIMO"...... [SM=x506663]

E non sembra un errore di battitura........ [SM=x506648]

Accetto tutto, ma VINSIMO no [SM=x506696]

P.S. Lo so, sono andato fuori tema, ma Vinsimo mi fa rabbrividire..... [SM=g27981]



e vabbe o sbagliato... [SM=g27965]
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La loro moralità, i loro principi, sono uno stupido scherzo.
Li mollano non appena cominciano i problemi.
Sono bravi solo quanto il mondo permette loro di esserlo - te lo dimostro.
Quando le cose vanno male,
queste... persone civili, e perbene, si sbranano tra di loro








02/04/2007 15:53
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vivi oggi x continuare a combattere domani
a bastogne è vero che gli americani erano riforniti via aerea, ma la maggior parte dei lanci finiva tra le linee tedesche...comunque condivido il discorso sull'arrendersi, un buon soldato sa quando arrendersi e sopravvivere in modo da conservare la speranza e la possibilità di continuare a combattere in futuro...le morti eroiche hanno un significato solo quando servono al raggiungimento di uno scopo (come Leonida alle Termopili) altrimenti sono solo fine a se stesse e anche stupide..

Roma victor
02/04/2007 16:07
Re: vivi oggi x continuare a combattere domani

Scritto da: MarcoDecimoGraeco 02/04/2007 15.53
a bastogne è vero che gli americani erano riforniti via aerea, ma la maggior parte dei lanci finiva tra le linee tedesche...comunque condivido il discorso sull'arrendersi, un buon soldato sa quando arrendersi e sopravvivere in modo da conservare la speranza e la possibilità di continuare a combattere in futuro...le morti eroiche hanno un significato solo quando servono al raggiungimento di uno scopo (come Leonida alle Termopili) altrimenti sono solo fine a se stesse e anche stupide..

Roma victor



non sono d'accordo. un uomo quando entra a far parte di un esercito diventa di proprietà del governo ed è giusto che sacrifichi la vita anche per ordini superiori inutili o stupidi. SE io sono colonnello dell'esercito italiano nella WWII e vedo che i miei soldati si arrendono senza combattere o non si impegnano o sono incapaci, li prendo a uno a uno e li fucilo all'istante. La guerra non è per i conigli. se uno si deve arrendere al nemico tantovale che stava nelle fabbriche a casa sua a lavorare con le donnicciole
02/04/2007 16:17
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concordo con davide al 100%...e poi anche ammettendo la resa, vbisogna almeno provare a resistere...



Il 29 maggio 1453 nelle strade di Costantinopoli il sangue scorreva come l'acqua dopo un temporale e i cadaveri galleggiavano verso il mare come meloni in un canale. Così cadde per sempre la regina di tutte le città.
Ed era tutta colpa dei Turchi infedeli...
02/04/2007 16:33
Re:

Scritto da: dragases 02/04/2007 16.17
concordo con davide al 100%...e poi anche ammettendo la resa, vbisogna almeno provare a resistere...




bravo! adesso mi perdonino i moderatori ma non voglio fare propaganda politica poichè non sono nazista nè fascistoide e non parteggio per loro però questo manifesto la dice tutta su come un soldato deve essere in una guerra come la WWII e che requisiti deve avere



onore, fedeltà e coraggio! chi possiede queste doti di sicuro non si arrende al nemico e preferisce finire 12 metri sotto terra che fare i codardi e avere salva la pelle.un po come i 300 spartani che combattono sino alla loro morte




02/04/2007 16:36
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Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: rhaymo 02/04/2007 10.24 Un uomo, un esercito, un popolo dovrebbe capire quando è sconfitto.

tu lo capiresti? [SM=x506659]
"TV REGERE IMPERIO POPVLOS ROMANE MEMENTO, PARCERE SVBIECTIS ET DEBELLARE SVPERBOS",(ricordati o romano, che dovrai reggere col tuo potere le genti, perdonare i vinti e domare i superbi, Virgilius, Aeneis liber VI, vv. 852-854)






02/04/2007 19:55
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Tito Flavio 02/04/2007 16.36
tu lo capiresti? [SM=x506659]



Certo! eccome! Col cavolo che mando a fanc''o la mia unica possibilità di esistenza su questa terra per combattere per una causa persa, magari anche per un governo o un capo che nn ho eletto.
Il caso degli spartani alle termopili è totalmente diverso: il loro sacrificio ha permesso ai greci di battere i persiani, il piano era proprio quello, nn di andare lì per fare gli "eroi".

E per fortuna che Davide.Cool nn comanderà mai un esercito: è stato solo per questa strana visione di lealtà coraggio e altri pseudo-valori che hai che durante la prima guerra mondiale, una intera generazione di giovani europei hanno terminato i loro giorni in una inutile carica comandata da un ancor più inutile generale: se solo si fossero ribellati, come poi hanno fatto finalmente i francesi.

Sul fatto che il soldato sia proprietà del governo etc..ho i miei dubbi: il governo è solo l'espressione dei cittadini, e nel momento in cui si entra in guerra il cittadino combattendo per lo stato combatte anche per se stesso; se i cittadini nn vogliono combattere allora il loro destino è nelle mani del nemico. Meglio fare le donnicciole e vivere una vita normale con la propria famiglia che essere sepolto a vent' anni in una fossa comune in Russia, a qualche kilometro dal culo del mondo.

Combattere fino alla morte va bene se sai che la sconfitta significa solo morte.
Ma se la sconfitta significa prigionia con lavori forzati (fino alla fine della guerra) e vitto che prima nn avevi, possibilità di libere elezioni etc, oppure strade e acquedotti come al tempo dei romani..allora io capirei quando sono sconfitto.

E se volete fare gli eroi del cacchio, sappiate che di fosse su questa terra ce ne saranno sempre abbastanza.

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02/04/2007 21:14
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il soldato nn è un uomo è una macchina dispensatrice di morte,nn può avere pietà,nn può mostrare emozioni ma soprattutto cm dicono i vari sun tzu etc nn può pensare un soldato che pensa può ribellarsi e mettere in pericolo la supremazia del comandante ma soprattutto la sicurezza dell'intero esercito e della nazione.Il soldato risponde al proprio comandante e alla sua patria n certo ai cittadini.
"Desidero che ciascuno di voi, viva felice ed in pace, ora che la guerre stanno per finire.
Tutti gli uomini mortali, da ora in avanti, vivranno uniti in un solo popolo e lavoreranno pacificamente per il bene comune.
Dovrete considerare tutto il mondo come il vostro paese, un paese con il migliore governo possibile, con delle leggi comuni, senza distinzione di razza.
Io non faccio distinzione, come altre menti ottuse fanno, fra Greci e Barbari. Non sono interessato alle origini razziali dei sudditi. Li distinguo solamente sulla base delle loro qualità.
Per me, ogni straniero è un greco ed ogni cattivo greco è un barbaro.
Se ci sono delle differenze fra di voi, non dovete risolverle con le armi, ma con la pace. Se ce ne sarà necessità, io agirò come vostro tramite.
Nn dovete pensare a Dio come a un despota autoritario, ma come ad un padre comune, cosicchè la vostra condotta assomigli a quella di tanti fratelli, che appartengono alla stessa famiglia.
Per quello che mi riguarda, io considero tutti, siano essi bianchi o neri, uguali.
E vorrei che non foste solo sudditi del mio impero, ma anche partecipi alleati.
Dovreste considerare il Giuramento che abbiamo fatto stanotte come un Simbolo di Amore".

Alessandro, dal discorso alle truppe a Babilonia

Avrebbe potuto restarsene a casa in Macedonia, sposarsi, avere una sua famiglia, sarebbe stato celebrato da morto. Ma non era questo Alessandro. Tutta la vita ha combattuto per liberarsi dalla paura e così lottando, così solo, è diventato libero. L'uomo più libero che abbia mai conosciuto. La solitudine crescente e l'impazienza di coloro che non riuscivano a capire furono la sua vera tragedia e se il suo desiderio di riconciliare greci e barbari finì nel baratro del fallimento...e che fallimento, il suo fallimento superò qualunque successo ottenuto dagli altri. Io ho vissuto una lunga vita Kadmo ma gloria e memoria apparterrano per sempre a coloro che seguiranno la propria grande visione e il più grande di questi è colui che ora chiamano Megas Alexandros, Alessandro il grande. (Dal film Alexander)

Il coraggioso muore una volta, il codardo cento volte al giorno(Giovanni Falcone)
02/04/2007 23:40
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Re: Re: Re:

Scritto da: $Blackfire$ 02/04/2007 15.07


e vabbe o sbagliato... [SM=g27965]


[SM=g27964]
cmq IMHO, al di la del fortissimo coinvolgimento emotivo che certamente influisce sul giudizio storico di tutti gli eventi che coinvolsero la folgore(e viceversa) e della folgore stessa,
essa compì veramenteimprese epiche, le quali ovviamente vanno giudicate tali xche in rapporto a chi le compì: non un'armata, non un corpo d'armata,non una divisione corazzata MA una divisione di paracadutisti con il suo equipaggiamento da parà.... inviata nel deserto a combattere una guerra che nn era stata pensata dovesse combattere.
nonostante ciò, fu la divisione di fanteria che si distinse di piu,anche sui tedeschi ed in tutti e due i campi: resistenza ininterrotta ad un nemico sei volte superiore, solo dal punto di vista numerico, e x non parlare della superiorità di mezzi( o anche solo del fatto che il nemico possedeva "dei mezzi"..); fortissimo spirito di corpo, senso della patria, fortezza morale.
che tali valori siano poi "giusti" o meno, è un conto; ma essi vi credettero in un modo che rende onore.
Alessandro, sinceramente penso che una via di mezzo sia auspicabile [SM=g27964]
....piccola osservazione...ma tu come fai a sapere che è veramente cosi(vitto migliore,ponti, acquedottio comunque infrastrutture migliori..) se il tuo governo ti disinforma?essendo tu disifnformato ovviamente nn trovi neanche motivo di rovesciare il governo..il soldato spesso viene indotto consapevolmente e colpevolmente a vedere una realtà deformata,che gli fornisce tutte le ragioni x compiere il suo "lavoro"..
inoltrechi ti dice che x tutti mangiare meglio sia meglio che mantenere fede a dei principi? o che ,del pari, le libere elezioni vengano considerate universalmente un vantaggio?...
infine, al di la del "perche" , penso che il punto focale della dicussione, quantomeno nelle intenzioni dell'autore, fposse il "cosa" ...il perche spesso è relativo...cambia con il tempo...manca di valore assoluto intrinseco...IMHO
ciao!

[Modificato da Augustus Matteus Imperato 02/04/2007 23.41]

[Modificato da Augustus Matteus Imperato 02/04/2007 23.57]

03/04/2007 16:34
Re:

Scritto da: Alessandro Magno III 02/04/2007 21.14
il soldato nn è un uomo è una macchina dispensatrice di morte,nn può avere pietà,nn può mostrare emozioni ma soprattutto cm dicono i vari sun tzu etc nn può pensare un soldato che pensa può ribellarsi e mettere in pericolo la supremazia del comandante ma soprattutto la sicurezza dell'intero esercito e della nazione.Il soldato risponde al proprio comandante e alla sua patria n certo ai cittadini.

quoto col sangue,purtroppo in quest'epoca dove non ci sono pericoli immediati per la cittadinanza certo concetti sono stati disconosciuti.
03/04/2007 20:00
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Re:

Scritto da: Alessandro Magno III 02/04/2007 21.14
il soldato nn è un uomo è una macchina dispensatrice di morte,nn può avere pietà,nn può mostrare emozioni ma soprattutto cm dicono i vari sun tzu etc nn può pensare un soldato che pensa può ribellarsi e mettere in pericolo la supremazia del comandante ma soprattutto la sicurezza dell'intero esercito e della nazione.Il soldato risponde al proprio comandante e alla sua patria n certo ai cittadini.



La patria di un soldato è formata dai suoi concittadini e quindi anche a loro risponde il soldato che combatte per la patria.
Un soldato che risponde solo al suo comandante nn è molto diverso da un mercenario.
Un soldato che nn pensa nn è molto diverso da un kamikaze.

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03/04/2007 20:54
Re: Re:

Scritto da: rhaymo 03/04/2007 20.00

Un soldato che risponde solo al suo comandante nn è molto diverso da un mercenario.
.



un soldato risponde solo all'ordine del suo diretto superiore, il suo superiore risponde solo all'ordine del suo superiore e cosi via. è cosi che funziona l'esercito



Un soldato che nn pensa nn è molto diverso da un kamikaze.



i kamikaze pensano eccome! proprio il fatto di pensare li pone a sacrificare la loro vita per una causa a cui loro appartengono
03/04/2007 21:14
Re: Re: Re:

Scritto da: davide.cool 03/04/2007 20.54


i kamikaze pensano eccome! proprio il fatto di pensare li pone a sacrificare la loro vita per una causa a cui loro appartengono

Sono d'accordo,se pensiamo ai kamikaze giapponesi loro si immolavano letteralmente per la loro patria,sapevano che sarebbero morti ma ciò nonostante si sacrificavano per il bene della patria.
Ora non dico che anche i nostri soldati si debbano far esplodere contro il nemico perchè non ce nè alcuna ragione,però non posso fare a meno di amarli come compatrioti e rispettarli come uomini per rischiare la loro vita per la nazione.
Quando ho aperto il topic intendevo anche questo ma non sono riuscito a dirlo bene.
Ovvio che cè anche chi si arruola perchè non vuole fare altro nella vita e lo fa per denaro e vantaggi,ma ciò nonostante ci sono arruolati nei nostri reparti uomini che meritano tutti gli onori.
E vorrei fare un ringraziamento simbolico a tutti i nostri soldati impegnati nelle missioni di pace.(Non solo la folgore citata nel thread ma anche tutti gli altri reparti).
03/04/2007 22:54
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Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Captain Sternn 03/04/2007 21.14
E vorrei fare un ringraziamento simbolico a tutti i nostri soldati impegnati nelle missioni di pace.(Non solo la folgore citata nel thread ma anche tutti gli altri reparti).

[SM=x506651] [SM=x506651] [SM=x506651] bravi ragazzi,tutti! [SM=x506693]
"TV REGERE IMPERIO POPVLOS ROMANE MEMENTO, PARCERE SVBIECTIS ET DEBELLARE SVPERBOS",(ricordati o romano, che dovrai reggere col tuo potere le genti, perdonare i vinti e domare i superbi, Virgilius, Aeneis liber VI, vv. 852-854)






03/04/2007 23:06
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Re: Re: Re:

Scritto da: davide.cool 03/04/2007 20.54


i kamikaze pensano eccome! proprio il fatto di pensare li pone a sacrificare la loro vita per una causa a cui loro appartengono



E' normale che nella gerarchia militare ognuno risponda al suo superiore, così come in ogni azienda e robe simili; certamente nn arrivo io e dico a un soldato "fai questo" e lui obbedisce.

Ma una cosa è dire che l'esercito è organizzato in maniera gerarchica e altra è dire che l'esercito fa quello che gli pare in maniera indipendente dai sentimenti della patria.

Ho paragonato un soldato che nn pensa a un kamikaze, perchè un soldato che esegue ciecamente gli ordini potrebbe benissimo uccidere donne e bambini solo per ordine, oppure potrebbe ammazzarsi inutilmente solo per ordine.

Cmq questa ramificazione che ha preso la discussione era nata dalle rese di fronte a battaglie perse in partenza..

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03/04/2007 23:51
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: rhaymo 03/04/2007 23.06


E' normale che nella gerarchia militare ognuno risponda al suo superiore, così come in ogni azienda e robe simili; certamente nn arrivo io e dico a un soldato "fai questo" e lui obbedisce.

Ma una cosa è dire che l'esercito è organizzato in maniera gerarchica e altra è dire che l'esercito fa quello che gli pare in maniera indipendente dai sentimenti della patria.

Ho paragonato un soldato che nn pensa a un kamikaze, perchè un soldato che esegue ciecamente gli ordini potrebbe benissimo uccidere donne e bambini solo per ordine, oppure potrebbe ammazzarsi inutilmente solo per ordine.

Cmq questa ramificazione che ha preso la discussione era nata dalle rese di fronte a battaglie perse in partenza..



ok
04/04/2007 09:12
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la resa è una buona cosa se fatta dopo aver esaurito tutte le munizioni e distrutto con le proprie mani tutto quello che può essere utile al nemico [SM=x506649]

come un sommergibilista che conosco che mi raccontò che durante la guerra il suo sommergibile,dopo le bombe di profondità,dovette emergere...

la nave inglese iniziò a sparare immediatamente sullo scafo uccidendo il capitano ma il capitano in seconda ebbe l'ordine di sabotare il sommergibile...così lui e i superstiti dell'equipaggio accettarono la resa ma che goduria quando assistettero all'autoaffondamento del sommergibile che batteva bandiera inglese pochi minuti dopo [SM=x506645]

PER LA PATRIA!!!!!!!!! [SM=x506651]
non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

http://www.storiainpoltrona.com/
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non funziona cosi nell'esercito il soldato non è un essere pensante,anzi non è neanche un essere,il soldato che pensa è l'incubo di qualsiasi comandante,immaginatevi dei soldati della prima guerra mondiale assaltare tricee ben difese che si chiedono se nn sia stupido andare incontro a morte certa o chiedersi "c'è un altro modo per attaccare le postazioni nemiche?".
Se si guarda in faccia la realtà il soldato nn sa nulla di quello che succede a casa sua,figuriamoci dei suoi concittadini,se mai gli importa sl della sua famiglia della sua casa.
Quello che hai detto tu Rhaymo può essere avvicinato,a mio giudizio sl ai guerrieri antichi e forse neanche tutti.
In definitiva la costituzione gerarchica dell'esercito lo protegge da se stesso,dagli stessi soldati che lo compongono.
"Desidero che ciascuno di voi, viva felice ed in pace, ora che la guerre stanno per finire.
Tutti gli uomini mortali, da ora in avanti, vivranno uniti in un solo popolo e lavoreranno pacificamente per il bene comune.
Dovrete considerare tutto il mondo come il vostro paese, un paese con il migliore governo possibile, con delle leggi comuni, senza distinzione di razza.
Io non faccio distinzione, come altre menti ottuse fanno, fra Greci e Barbari. Non sono interessato alle origini razziali dei sudditi. Li distinguo solamente sulla base delle loro qualità.
Per me, ogni straniero è un greco ed ogni cattivo greco è un barbaro.
Se ci sono delle differenze fra di voi, non dovete risolverle con le armi, ma con la pace. Se ce ne sarà necessità, io agirò come vostro tramite.
Nn dovete pensare a Dio come a un despota autoritario, ma come ad un padre comune, cosicchè la vostra condotta assomigli a quella di tanti fratelli, che appartengono alla stessa famiglia.
Per quello che mi riguarda, io considero tutti, siano essi bianchi o neri, uguali.
E vorrei che non foste solo sudditi del mio impero, ma anche partecipi alleati.
Dovreste considerare il Giuramento che abbiamo fatto stanotte come un Simbolo di Amore".

Alessandro, dal discorso alle truppe a Babilonia

Avrebbe potuto restarsene a casa in Macedonia, sposarsi, avere una sua famiglia, sarebbe stato celebrato da morto. Ma non era questo Alessandro. Tutta la vita ha combattuto per liberarsi dalla paura e così lottando, così solo, è diventato libero. L'uomo più libero che abbia mai conosciuto. La solitudine crescente e l'impazienza di coloro che non riuscivano a capire furono la sua vera tragedia e se il suo desiderio di riconciliare greci e barbari finì nel baratro del fallimento...e che fallimento, il suo fallimento superò qualunque successo ottenuto dagli altri. Io ho vissuto una lunga vita Kadmo ma gloria e memoria apparterrano per sempre a coloro che seguiranno la propria grande visione e il più grande di questi è colui che ora chiamano Megas Alexandros, Alessandro il grande. (Dal film Alexander)

Il coraggioso muore una volta, il codardo cento volte al giorno(Giovanni Falcone)
05/04/2007 19:48
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vivere e vincere
Se un esercito segue il suo comandante in tutto e x tutto e alla fine si fa sterminare senza senso...chi rimane a combattere dopo la loro morte?? è assurdo seguire gli ordini di qlcn (se evidentemente assurdi) senza mai farsi domande...e non è vero che negli eserciti funziona così...se un tuo superiore compie delle palesi idiozie lo sollevi dal comando prima che faccia sterminare tutti! è ovvio che le decisioni di un generale non saranno mai contestate dai semplici soldati, ma da un colonello di maggior buon senso x esempio! Le gerarchie esistono anche x quello, se qlcn è incompetente vi è qlcn altro di un grando leggermente inferiore che può soppiantarlo se è un incapace...
cmq il compito di un esercito rimane sempre solo uno...vincere e non farsi sterminare senza senso! i fanatici sono i peggiori soldati del mondo perchè non ragionano razionalmente e finiscono appunto x farsi ammazzare tutti senza ottenere assolutamente niente...quindi secondo me un buon soldato davanti ad una sconfitta certa e, specialmente, senza senso (quindi non come alle Termopili x esempio) deve cercare di salvarsi in modo da poter combattere ancora in futuro...e sopratutto vincere! Tutti i valori nominati sul manifesto di davide sono fondamentali per un soldato, ma penso che dovrebbero essere accompagnati dal buon senso...
Una piccola digressione storica: ai tempi dell'invasione dei Cimbri (poi sconfitti da Caio Mario) il centurione Marco Petreio fu insignito della corona civica perchè aveva portato in salvo il suo distaccamento che era assediato, in un forte secondario, dai barbari...peccato che prima di fare questo avesse ucciso con le sue mani il tribuno che li comandava perchè invece di comandare una sortita era indeciso sul da farsi mentre i barbari li accerchiavano...nonostante questo atto, che per i romani era qlcs di abominevole (forse anche più grave di quanto noi lo possiamo considerare), gli fu attribuito il più alto riconoscimento militare della repubblica!

Roma victor
06/04/2007 10:50
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in questo momento nn ricordo alcun soldato che abbia mai sollevato del proprio incarico un comandante e tu?,questo per farti capire che i soldati in ogni caso nn prenderanno mai alcuna decisione,qst è il mondo militare,le decisioni che potrebbero salvare o condannare quei soldati sn sempre nelle mani di persone cn cappello e stellette d'argento mai nel soldato che combatte nel fango.Ti volevo far capire che nn bisogna porsi la domanda se sia giusto che pensino o meno,l'importante è prendere atto di come stanno le cose cioè che il compito dei soldati nn è pensare ma combattere indipendentemente da vittoria o sconfitta,combattere fino all'ultimo se è necessario,io penso che un soldato che varchi la soglia del proprio accampamento faccia un patto cn se stesso e che sia convinto che quando si ritroverà cn le spalle al muro senza scampo perchè succederà,dica "io sn un soldato nn scappo,pittosto crepo qui",anche se questo ragionamento nn è applicabile ai giorni nostri.

[Modificato da Alessandro Magno III 06/04/2007 10.51]

"Desidero che ciascuno di voi, viva felice ed in pace, ora che la guerre stanno per finire.
Tutti gli uomini mortali, da ora in avanti, vivranno uniti in un solo popolo e lavoreranno pacificamente per il bene comune.
Dovrete considerare tutto il mondo come il vostro paese, un paese con il migliore governo possibile, con delle leggi comuni, senza distinzione di razza.
Io non faccio distinzione, come altre menti ottuse fanno, fra Greci e Barbari. Non sono interessato alle origini razziali dei sudditi. Li distinguo solamente sulla base delle loro qualità.
Per me, ogni straniero è un greco ed ogni cattivo greco è un barbaro.
Se ci sono delle differenze fra di voi, non dovete risolverle con le armi, ma con la pace. Se ce ne sarà necessità, io agirò come vostro tramite.
Nn dovete pensare a Dio come a un despota autoritario, ma come ad un padre comune, cosicchè la vostra condotta assomigli a quella di tanti fratelli, che appartengono alla stessa famiglia.
Per quello che mi riguarda, io considero tutti, siano essi bianchi o neri, uguali.
E vorrei che non foste solo sudditi del mio impero, ma anche partecipi alleati.
Dovreste considerare il Giuramento che abbiamo fatto stanotte come un Simbolo di Amore".

Alessandro, dal discorso alle truppe a Babilonia

Avrebbe potuto restarsene a casa in Macedonia, sposarsi, avere una sua famiglia, sarebbe stato celebrato da morto. Ma non era questo Alessandro. Tutta la vita ha combattuto per liberarsi dalla paura e così lottando, così solo, è diventato libero. L'uomo più libero che abbia mai conosciuto. La solitudine crescente e l'impazienza di coloro che non riuscivano a capire furono la sua vera tragedia e se il suo desiderio di riconciliare greci e barbari finì nel baratro del fallimento...e che fallimento, il suo fallimento superò qualunque successo ottenuto dagli altri. Io ho vissuto una lunga vita Kadmo ma gloria e memoria apparterrano per sempre a coloro che seguiranno la propria grande visione e il più grande di questi è colui che ora chiamano Megas Alexandros, Alessandro il grande. (Dal film Alexander)

Il coraggioso muore una volta, il codardo cento volte al giorno(Giovanni Falcone)
06/04/2007 11:25
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Re:

Scritto da: Alessandro Magno III 06/04/2007 10.50
in questo momento nn ricordo alcun soldato che abbia mai sollevato del proprio incarico un comandante e tu?,questo per farti capire che i soldati in ogni caso nn prenderanno mai alcuna decisione,qst è il mondo militare,le decisioni che potrebbero salvare o condannare quei soldati sn sempre nelle mani di persone cn cappello e stellette d'argento mai nel soldato che combatte nel fango.Ti volevo far capire che nn bisogna porsi la domanda se sia giusto che pensino o meno,l'importante è prendere atto di come stanno le cose cioè che il compito dei soldati nn è pensare ma combattere indipendentemente da vittoria o sconfitta,combattere fino all'ultimo se è necessario,io penso che un soldato che varchi la soglia del proprio accampamento faccia un patto cn se stesso e che sia convinto che quando si ritroverà cn le spalle al muro senza scampo perchè succederà,dica "io sn un soldato nn scappo,pittosto crepo qui",anche se questo ragionamento nn è applicabile ai giorni nostri.

[Modificato da Alessandro Magno III 06/04/2007 10.51]




questo magari vale per il volontario,ma per il coscritto,che non ha alcuna scelta se non andare a combattere o la fucilazione le cose sono ben diverse.


« Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
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"Credi tu, gli chiesi, che io abbia ragione o torto?
Lei ha ragione...
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RAGAZZI UNA PAROLA SOLA FOLGORE !

PAROLA DI UN EX C.LE ISTRUTTORE DEL 3° BATTAGLIONE POGGIO RUSCO,CHE ORMAI NON ESISTE PIU'..... [SM=g27970]

[Modificato da Argenti| 06/04/2007 16.08]

[Modificato da Argenti| 06/04/2007 16.08]

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Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Tito Flavio 30/03/2007 21.21
[SM=x506678] [SM=x506628] .....gli eserciti Alleati hanno sempre lodato ed ammirato il coraggio incredibile dei nostri soldati durante la 2 guerra mondiale,che praticamente senza armi diedero filo da torcere alle truppe britanniche,poi è ovvio che a lungo andare arrivava la sconfitta...


In verità, nel mondo anglosassone i soldati italiani hanno fama di fifoni. 3 anni fa andai in casa di uno storico che aveva organizzato una mostra sulla seconda guerra mondiale. Mi fece vedere un reperto interessantissimo. Era un opuscolo che le forze armate alleate distribuirono ai loro soldati della forza di invasione che sbarcò in Sicilia per descrivere le caratteristiche dell'Italia. Bene, al paragrafo dedicato alle forze armate i soldati italiani erano descritti come male armati, scarsamente preparati, non convinti della guerra (perché di leva), poco fiduciosi e scarsamente coraggiosi.
Non dimenticherò mai quando un inglese mi raccontò una battuta sugli italiani che circola dalle sue parti. Loro dicono "sai qual'è il libro più breve del mondo? quello degli eroi italiani!". Ah, a proposito, della mitizzazione della folgore e della storia di El Alamein gli anglosassoni non sanno nulla. Per loro El Alamein è una battaglia in cui i britannici schiacciarono tedeschi e italiani.
Con cio, ovviamente, non voglio dire che condivido questi stereotipi che circolano all'estero. So benissimo quanto siano stati e siano acnora coraggiosi i ragazzi della folgore, del battaglione San Marco etc. Ma sappiate che all'estero l'opinione diffusa sui soldati italiani è ben diversa.
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Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Sirius 21 14/04/2007 12.31

In verità, nel mondo anglosassone i soldati italiani hanno fama di fifoni. 3 anni fa andai in casa di uno storico che aveva organizzato una mostra sulla seconda guerra mondiale. Mi fece vedere un reperto interessantissimo. Era un opuscolo che le forze armate alleate distribuirono ai loro soldati della forza di invasione che sbarcò in Sicilia per descrivere le caratteristiche dell'Italia. Bene, al paragrafo dedicato alle forze armate i soldati italiani erano descritti come male armati, scarsamente preparati, non convinti della guerra (perché di leva), poco fiduciosi e scarsamente coraggiosi.
Non dimenticherò mai quando un inglese mi raccontò una battuta sugli italiani che circola dalle sue parti. Loro dicono "sai qual'è il libro più breve del mondo? quello degli eroi italiani!". Ah, a proposito, della mitizzazione della folgore e della storia di El Alamein gli anglosassoni non sanno nulla. Per loro El Alamein è una battaglia in cui i britannici schiacciarono tedeschi e italiani.
Con cio, ovviamente, non voglio dire che condivido questi stereotipi che circolano all'estero. So benissimo quanto siano stati e siano acnora coraggiosi i ragazzi della folgore, del battaglione San Marco etc. Ma sappiate che all'estero l'opinione diffusa sui soldati italiani è ben diversa.



Non mi stupisce più di tanto: non abbiamo mai dato molto rilievo a gli atti di eroismo dei nostri soldati ancor di più per la seconda guerra mondiale al contraio delle altre nazioni che hanno sempre dato rilievo ad ogni singolo atto anche al più piccolo.
Approposito i soldati non sono affatto degli automi che non pensano, una sorta di terminator: non mi è mai stato impedito di dare suggerimenti al mio comandante di plotone o di compagnia e spesso anche loro chiedono opinioni, ovviamente l'ultima decisione spetta sempre a loro ma questo non vuol dire che un soldato non pensi anche perchè se chi comanda muore cosa cavolo fai?
Ciao
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Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Sirius 21 14/04/2007 12.31

In verità, nel mondo anglosassone i soldati italiani hanno fama di fifoni. 3 anni fa andai in casa di uno storico che aveva organizzato una mostra sulla seconda guerra mondiale. Mi fece vedere un reperto interessantissimo. Era un opuscolo che le forze armate alleate distribuirono ai loro soldati della forza di invasione che sbarcò in Sicilia per descrivere le caratteristiche dell'Italia. Bene, al paragrafo dedicato alle forze armate i soldati italiani erano descritti come male armati, scarsamente preparati, non convinti della guerra (perché di leva), poco fiduciosi e scarsamente coraggiosi.
Non dimenticherò mai quando un inglese mi raccontò una battuta sugli italiani che circola dalle sue parti. Loro dicono "sai qual'è il libro più breve del mondo? quello degli eroi italiani!". Ah, a proposito, della mitizzazione della folgore e della storia di El Alamein gli anglosassoni non sanno nulla. Per loro El Alamein è una battaglia in cui i britannici schiacciarono tedeschi e italiani.
Con cio, ovviamente, non voglio dire che condivido questi stereotipi che circolano all'estero. So benissimo quanto siano stati e siano acnora coraggiosi i ragazzi della folgore, del battaglione San Marco etc. Ma sappiate che all'estero l'opinione diffusa sui soldati italiani è ben diversa.

sinceramente io la storia che gli inglesi ammirarono il coraggio dei nostri uomini l'ho vista ad "Appuntamento con la storia",avendo fatto viaggi all'estero tu avrai senza ombra di dubbio molta più esperienza di me,comunque l'altro ieri(o ieri non ricordo) il reggimento paracadutisti della Folgore ha dato il cambio al reggimento Lagunari per la missione in Libano [SM=x506693] Ave!
"TV REGERE IMPERIO POPVLOS ROMANE MEMENTO, PARCERE SVBIECTIS ET DEBELLARE SVPERBOS",(ricordati o romano, che dovrai reggere col tuo potere le genti, perdonare i vinti e domare i superbi, Virgilius, Aeneis liber VI, vv. 852-854)






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